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Le cose del quotidiano sono oggetti, beni mobili con valori intrinseci ben definiti, osservati attraverso i loro movimenti nei circuiti di una realtà cittadina, quella bolognese del Trecento, all'interno di case, conventi e botteghe, nelle piazze e nelle vie del commercio, nei luoghi dei comparti amministrativi deputati al controllo delle finanze pubbliche e del prelievo fiscale. Conservati grazie a fonti scritte, dunque con la mediazione di un sistema comunicativo che, per certi aspetti, ne trascende la concretezza e anche la raffigurazione, hanno potuto resistere agli assalti del tempo nel riparo sicuro offerto dagli archivi. È proprio dall'Archivio di Stato di Bologna che un gruppo di giovani ricercatori li ha fatti emergere, trascrivendo e analizzando, nel loro contesto e con sicuro approccio critico, i documenti che li contengono. Viene proposto all'attenzione di studiosi e lettori uno squarcio di vitalità cittadina che costituisce autentica traccia di riferimento e comparazione per altre realtà, oltre a segnalare molteplici e centralissimi nodi d'approfondimento.